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L’Abruzzo è ancora poco conosciuto e poco frequentato dal cicloturismo ma la diversità e ricchezza dei paesaggi che si incontrano lo rende particolarmente interessante al ciclista disposto a faticare un po’ per godere della sua selvaggia bellezza. La varietà degli ambienti spazia dalle cime alte e rocciose a vasti pascoli a quote un po’ più basse a boschi cupi e intricati popolati da faggi antichi, orsi e lupi, cervi caprioli e camosci; e falchi e poiane che insieme all’aquila reale sorvegliano il territorio con il loro volo maestoso. All’interno l’agricoltura, spesso ancora a conduzione familiare, ruba alle montagne quadrati di territorio coltivabile per poi svilupparsi sulle colline verso la costa  in ampi oliveti e vigneti che giungono fino al mare. Piccoli paesi in pietra si confondono in lontananza con le rocce sui fianchi delle montagne, ovunque resti degli antichi popoli italici che abitarono la regione prima della conquista dei romani e torri e castelli e piccoli borghi ancora attivi vicino ad altri ormai disabitati. IL VIAGGIO Questo viaggio, articolato in 6 tappe, si propone di mostrare una sorta di sintesi dei vari aspetti di questa terra. Si parte da Sulmona (400m, ricca di storia e monumenti) e si procede lungo strade con bassissimo traffico e, attraversando le aspre gole di san Venanzio, si risale lungo il fiume Aterno. Sulla stretta valle, dominata all’inizio dal fianco roccioso del Sirente per poi aprirsi verso il Gran Sasso, si affacciano minuscoli paesi e un’infinità di eremi, chiesette rupestri e antichi luoghi di culto, silenziosi testimoni della spiritualità del luogo. La salita non è mai ripida e in 65 km raggiungiamo Paganica (660m). Da qui è possibile arrivare  velocemente anche in treno o in autobus alla città di L’Aquila (o ciò
che ne resta) voluta da Federico II, gioiello d’arte fino al 2009. Il 2 giorno con una salita un po’ duretta ma breve si raggiunge la stazione della funivia che con un balzo di 1000 metri porta fino a Campo Imperatore: l’altopiano è così sterminato che sembra…un film? Molti registi si sono innamorati di questo posto che è stato lo sfondo di numerose pellicole dai vari spaghetti western al Nome della Rosa a Lady Hawke (nella Rocca di Calascio dove arriveremo fra breve) solo per citarne alcuni. Non è faticoso pedalare nell’immenso altopiano dove, a dispetto della sua vocazione cinematografica, si incontrano molti più animali che umani. Dopo Calascio e Santo Stefano (commovente la Torre Medicea ricostruita filologicamente ma mantenendo la “ferita” del terremoto) si scende lungo la valle del Tirino: il fiume è limpidissimo e scorre in una zona con bassissima densità abitativa, lo fiancheggia una pista ciclabile, con piccole spiaggette immerse nel verde. Volendo si può fare un bagno nell’acqua freddissima e pura. Ci fermiamo a Bussi. La 3 tappa è molto più breve ma con 800m di dislivello in salita. Resa però lieve dalla varietà degli ambienti: dopo il borghi di Tocco e Musellaro, circondati da oliveti e vigneti, si giunge a Salle con la spettacolare forra sul fiume Orte. Una sosta alla ieratica e solitaria San Tommaso e si raggiunge Caramanico. Entriamo nel Parco Nazionale della Maiella, dopo un ultimo tratto di salita fra Morrone e Maiella ci fermiamo nella graziosissima Sant’Eufemia (863m) sulle pendici della Montagna Madre. Il 4 giorno è tutta natura. In 10 km di leggera salita si raggiunge Passo San Leonardo (1280m) proprio sotto al Monte Amaro che con 2793m è la cima più alta della Maiella. Oggi  ne
percorreremo il lato nord occidentale, boschi e pascoli, rapaci e ungulati. Orsi e lupi non si faranno vedere: saranno loro a guardare noi. Tante fontane lungo la strada che sfiora soltanto l’abitato di Campo di Giove e poi risale al Valico della Forchetta (1400 m), scende di nuovo al Quarto Santa Chiara. In primavera quando le nevi si sciolgono si forma un lago immenso dove si specchiano le cime delle montagne circostanti. Attraverso pascoli sterminati si raggiunge la splendida Pescocostanzo (1364 m), con la sua pietra bianca e le insegne in ferro battuto…ma in che anno siamo? La 5 tappa è meno faticosa ma ugualmente affascinante: dopo una visita al Bosco di Sant’Antonio e ai suoi faggi secolari riscendiamo lungo il versante sud orientale della Maiella, attraversiamo i borghi di Palena e Lama: sembra già di vedere il mare, si risale un po’ e dopo una curva improvvisamente appare il fianco aspro e roccioso della montagna che ti si para davanti, per farsi ammirare, per stupire. Ci fermiamo a Fara San Martino, proprio di fronte al grandioso vallone di Santo Spirito. Ultimo piccolo sforzo: fra dolci colline, terre coltivate. Si fatica un po’ sulla salita di Guardiagrele: qui le quote sono più basse e le temperature più alte ma la campagna ci consola: dopo Orsogna si scende lentamente ammirando la fuga di colline coperte da vigneti. Sempre poche macchine verso Tollo e poi sulla costa. Il mare. E’sempre Abruzzo (la costa è lunga circa 130km). Ieri si pedalava a 1400m e oggi si fa il bagno! Risaliamo verso nord per una decina di km, una meritata sosta sulla spiaggia e poi in treno a Sulmona. Venite con noi?